In Italia circa 3 milioni di persone (par al 10% della popolazione) soffrono di disturbi d'ansia.
L'ansia emerge quanto un individuo percepisce che ci sia qualcosa di minaccioso in una determinata situazione e di non essere capace a fronteggiare tale evento. La persona che sente ansia si concentra unicamente sulla situazione minacciosa e tende perciò ad ingigantire la portata della minaccia, e contemporaneamente trascura tutti i possibili elementi tranquillizzanti. Di solito, la fuga o l'evitare la situazione riducono l'ansia ma contribuiscono a mantenere la convinzione di non essere in grado di affrontare e gestire le situazione minacciose.
L'ansia è un'emozione complessa ed è molto importante per l'essere umano, tuttavia, se scatta quando non è il caso (cioè quando una situazione è interpretata come minacciosa anche quando non lo è) allora possono insorgere dei disturbi d'ansia, come gli attacchi di panico, le ossessioni e le compulsione, le fobie etc. Scopo della psicoterapia cognitivo-comportamentale è di modellare una terapia specifica su ogni persona che parta dalla valutazione della complessità e della specificità della situazione, delle caratteristiche di personalità e dalle esperienze di vita.
 

 

Ministero della Salute (2013). www.salute.gov.it
American Psychiatric Association (2000). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder, Fourth Edition, Text Revision, APA, Washington, DC; tr. it. Masson, Milano, 2002.
Sassaroli S., Lorenzini R. e Ruggiero G.M (2006). Psicoterapia cognitiva dell'ansia. Rimuginio, controllo ed evitamento. Raffaello Cortina Editore.