La Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC - dall'inglese Cognitive Behavioral Therapy, CBT) si è sviluppata negli Stati Uniti grazie ad Aaron Beck (1976). E' attualmente considerata la terapia psicologica più efficace per numerosi problemi, sia nella cultura occidentale che in quella asiatica. La TCC è efficace in particolar modo per: ansia generalizzata, ansia per la salute (o ipocondria), attacchi di panico con o senza agorafobia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi alimentari, disturbo da stress post-traumatico, fobia sociale, dipendenze e disturbi di personalità. 

La TCC si fonda sui seguenti presupporti:
a) Le persone possono reagire in maniera diversa ad eventi simili perché il significato che esse attribuiscono agli eventi è vario;

b) Le emozioni e i comportamenti sono fortemente influenzati dai pensieri (cioè dal significato che si attribuisce agli eventi o alle emozioni);
c) I comportamenti, a loro volta, influenzano le emozioni e i pensieri. 

Se il SIGNIFICATO CHE DIAMO ALLE PERSONE E ALLE SITUAZIONI determina emozioni e comportamenti, cosa succede quando stiamo male? Come nascono i significati? Per dare una prima risposta a queste domande, è necessario raccontare la storia dei significati, delle emozioni e dei comportamenti dall'inizio: da bambino, grazie ai modelli di comportamento familiare ed alle relazioni sociali, ciascuno sviluppa idee o convinzioni su sé stesso, gli altri e su come funziona il mondo. Queste convinzioni aiutano ciascuno a dare un significato alle persone e agli eventi che accadono. Inoltre, determinano i comportamenti. Accade, a volte, che alcune convinzioni producano dei pensieri (o significati) negativi, che al posto di aiutare a stare bene generano malessere (emozioni angoscianti, ansia, panico etc..). Accade, poi, che questi pensieri spingano a comportamenti problematici o a scegliere contesti sociali negativi. Il comportamento o l'esperienza negativa conferma il contenuto del pensiero. Il circolo vizioso che si può innescare in questi casi diventa responsabile del mantenimento della sofferenza o del disagio psicologico. 

Se i COMPORTAMENTI INFLUENZANO LE NOSTRE EMOZIONI E I NOSTRI PENSIERI, è sufficiente che li modifichiamo quando ci fanno stare male? Quando dobbiamo cambiare comportamento? La risposta alla prima domanda è: "si e no". Si, perché modificare alcuni comportamenti aiuta a fare esperienze positive e a cambiare significati. No, perché a volte più che cambiare comportamento sarebbe meglio cambiare il significato che si attribuisce a una situazione, cioè pensare a una situazione in modo diverso. Tuttavia, non è facile scegliere quando cambiare comportamento e quando intervenire sui pensieri. E' per questo che è necessario il lavoro con il terapeuta! Per comprendere e selezionare quali sono le convinzioni - e i significati conseguenti - e i comportamenti che producono malessere.  

L'obiettivo della TCC è quello di aiutare le persone a:
1. Comprendere quali pensieri e comportamenti in una data situazione creano o mantengono un problema;
2. Trasformare i pensieri che mettono in difficoltà in pensieri che creano benessere e/o aiutano a risolvere un problema;
3. Cambiare alcuni comportamenti che possono creare difficoltà sia a breve che a lungo termine. 
 

La TCC è una terapia attiva: oltre al lavoro con il terapeuta, le persone svolgono dei "compiti a casa": sono, cioè, tenute a testarsi tra una seduta e l'altra attraverso esercizi di modifica dei pensieri e/o dei comportamenti. I compiti a casa sono concordati ed esaminati con il terapeuta. 

Il trattamento si svolge in un tempo limitato, spesso tra le 8-20 sedute. Esse hanno cadenza settimanale o quindicinale e una durata di 50 minuti circa ciascuna.

Si è osservato che la TCC, proprio in virtù del suo approccio attivo e focalizzato ad incrementare la consapevolezza delle persone del loro disturbo e funzionamento mentale in generale, ha inferiori probabilità di ricadute rispetto ad altri approcci psicoterapici.  

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